Ambiente monastico

 

L’Abbazia delle Tre Fontane fa parte dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza. “L’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza [O.C.S.O.] trae origine da quella tradizione monastica di vita evangelica che ha trovato espressione nella Regola dei Monasteri di san Benedetto da Norcia. I fondatori di Cîteaux [Francia] hanno impresso a tale tradizione una forma particolare, della quale i monasteri della Stretta Osservanza difesero valorosamente alcuni ideali. Tre Congregazioni della Stretta Osservanza, con l’unione del 1892, hanno costituito un Ordine, che ora viene chiamato Ordine Cistercense della Stretta Osservanza. Quest’Ordine è un Istituto monastico integralmente consacrato alla contemplazione; perciò i monaci si dedicano, all’interno della clausura del monastero, al culto di Dio secondo la Regola di san Benedetto, e prestano alla Divina Maestà un servizio a un tempo umile e nobile, nella solitudine e nel silenzio, in preghiera continua e gioiosa penitenza.”

(Dalle Costituzioni O.C.S.O., N° 1-2)

 

Il fine unico: vivere in Dio

 

“Il monastero è una scuola di servizio del Signore, nella quale Cristo viene formato nel cuore dei fratelli grazie alla liturgia, all’insegnamento dell’abate e alla vita fraterna. Per mezzo della Parola di Dio i monaci vengono formati a una disciplina del cuore e dell’azione, per poter giungere, con l’obbedienza allo Spirito Santo, alla purezza del cuore e alla memoria incessante della presenza di Dio.Fine di tutta l’organizzazione del monastero è che i monaci siano intimamente uniti a Cristo, perché solo in un intenso amore di ciascuno per il Signore Gesù possono fiorire i doni specifici della vocazione cistercense. I fratelli saranno contenti, perseverando in una vita semplice, nascosta e laboriosa, solo se non anteporranno assolutamente nulla a Cristo, che li conduca tutti insieme alla vita eterna (cf. Regola di S. Benedetto, 72, 12).”

(Dalle Costituzioni O.C.S.O., N° 3, 2.5)

 

Horarium

 

Vigilie: 4:00 – preghiera personale, lectio divina

Lodi e messa: 6:45 (domenica, messa: 9:45)

Terza: 8:30 – capitolo, lavoro Sesta: 12:15

Nona: 15:00 (domenica: 15:30) – lavoro

Vespro: 18:00

Compieta: 20:15

 

Ufficio divino

 

“Nella celebrazione liturgica si manifesta in modo speciale il fine spirituale della comunità, si rafforzano e accrescono il senso profondo della vocazione monastica e la comunione dei fratelli. In essa si ascolta ogni giorno la parola di Dio, si offre al Padre il sacrificio di lode, si partecipa al mistero di Cristo e si compie mediante lo Spirito Santo l’opera della nostra santificazione.Nulla si anteponga all’ufficio divino (cf.Regola di S. Benedetto, 43,3). La Liturgia delle Ore sia quindi celebrata dalla comunità che, in unione con la Chiesa, esercita l’ufficio sacerdotale di Cristo, offrendo a Dio il sacrificio di lode e intercedendo per la salvezza di tutto il mondo.”

(Dalle Costituzioni O.C.S.O., N° 17; 19)

 

Lectio divina

 

“Un’assidua Lectio divina [lettura spirituale] è di grande sostegno alla fede in Dio dei fratelli. Questo importante esercizio della vita monastica, con il quale si ascolta e si rumina la Parola di Dio, è sorgente di orazione e scuola di contemplazione, in cui il monaco parla cuore a cuore con il Signore.”

(Dalle Costituzioni O.C.S.O., N° 21)

“Bisogna, in determinate ore, dedicare il proprio tempo a una determinata lettura…Della lettura quotidiana bisogna far scendere ogni giorno qualcosa nella stomaco della memoria, perché sia digerito più fedelmente e, di nuovo richiamato, sia ruminato con intensa frequenza. Tale lettura sia conforme al proposito e raffreni l’animo, così che esso non si diletti a pensare cose estranee.”

(Guglielmo di Saint-Thierry, Lettera d’Oro, N° 120 ; 122)

 

Vita comunitaria

 

“La vita [conversatio] cistercense è cenobitica. I monaci cistercensi cercano Dio e seguono Cristo sotto una regola e un abate in una comunità stabile, che è scuola di carità fraterna. Poiché tutti i fratelli hanno un cuor solo e un’anima sola, tutto è loro comune. Portando i pesi gli uni degli altri, adempiono alla legge di Cristo e partecipando alle sue sofferenze sperano di entrare nel Regno dei cieli.”

“Nel proprio monastero, il monaco conduce vita comune. Questa è la legge della vita comune: l’unità dello spirito nella carità di Dio, il vincolo della pace nella reciproca e costante carità di tutti i fratelli, la comunione nel condividere tutti i beni.I fratelli sopportino le proprie infermità con somma pazienza e si servano umilmente l’un l’altro. Aiutino i deboli, i vacillanti e i malati con la preghiera e gli altri mezzi idonei. Gli infermi, gli anziani e i moribondi devono essere circondati di una sollecitudine piena di premura e di affetto.”

(Dalle Costituzioni O.C.S.O., N° 3, 1 ; 13, 1-2)

 

Stile di vita

 

“Sull’esempio dei Padri di Cîteaux, che cercavano un rapporto semplice con il Dio semplice, lo stile di vita dei fratelli sia semplice e frugale. Tutto nella casa di Dio sia intonato al tenore della vita monastica, senza niente di superfluo, in modo che la semplicità stessa possa essere un insegnamento per tutti.”

(Dalle Costituzioni O.C.S.O., N° 27)

 

Lavoro

 

“Il lavoro, soprattutto manuale, offre ai monaci l’occasione di partecipare all’opera divina della creazione e della redenzione, e di seguire le orme di Cristo: esso gode sempre nella tradizione cistercense di una stima particolare. Tale lavoro duro e redentore procura il sostentamento ai fratelli e ad altri, specialmente ai poveri, ed esprime la solidarietà con le masse operaie. E’ nello stesso tempo l’occasione di una fruttuosa ascesi, promuove l’evoluzione e la maturità della persona, favorisce la salute del corpo e dello spirito, e inoltre contribuisce molto alla coesione di tutta la comunità.”

(Dalle Costituzioni O.C.S.O., N° 26)

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